La Festa della Repubblica è la principale ricorrenza nazionale e viene celebrata alla data del 2 GIUGNO perché nel 1946, con l’esito del referendum – la consultazione elettorale a cui per la prima volta votarono anche le donne – il popolo italiano decise che lo stato da una monarchia diventasse una repubblica. Diversi sondaggi effettuati in questi ultimi anni evidenziano che molti cittadini, di tutte le fasce d’età, ignorino il motivo per cui in questa giornata fabbriche, uffici, negozi e scuole sono “chiusi”. Oltre che l’effetto di una scarsa conoscenza della storia, probabilmente questa “dimenticanza” è anche la conseguenza del fatto che negli italiani sono sempre meno forti i sentimenti di appartenenza, identità ed orgoglio nazionale. Inoltre molti italiani, forse la maggioranza, non capiscono il motivo per cui questa festa nazionale venga celebrata con una parata militare che avrebbe un senso se organizzata, come infatti avviene in tutti gli altri paesi del mondo, a commemorazione di una battaglia o di una guerra. E proprio quest’anno, mentre un conflitto militare viene combattuto non lontano dai nostri confini e decine di fronti bellici in tutto il mondo provocano stragi, esodi e devastazioni, il 2 GIUGNO ha un significato molto emblematico come una festa di pace celebrata all’insegna dei valori e principi di convivenza civile sanciti nella Costituzione della Repubblica italiana  –  GIANCARLO DURANDO, direttore scientifico di MONFERRATO GREEN FARM 

Con le modifiche apportate il 9 MARZO scorso, gli articoli 9 e 41 della Costituzione precisano che, oltre a promuovere lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica e tutelare il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione, i cittadini e le istituzioni dello Stato sono impegnati a salvaguardare l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. E, affermando che ogni iniziativa economica privata può svolgersi liberamente purché non in contrasto con l’utilità sociale e senza provocare alcun danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, specificano che le leggi della Repubblica determinano i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.

A queste “idee” che, nel patto di convivenza civile della nazione, sono esplicitamente espresse e indicate come principi fondamentali che conformano lo stato italiano sono ispirate tutte le attività e iniziative realizzate da team e partner di MONFERRATO GREEN FARM.

In particolare, la produzione di materiali documentali sul SUOLO e sulla sua fertilizzazione con recupero delle materie organiche e la divulgazione di informazioni sulla SALUTE DELLE PIANTE e di conoscenze sui PATRIARCHI VEGETALI e sugli ERBARI e la condivisione delle esperienze di formazione e conduzione delle ASSOCIAZIONI FONDIARIE, a cui oggi rivolgiamo nuovamente la nostra attenzione.

Nel 2020 si è svolto il webinar organizzato dal Comune di Casale Monferrato che coinvolgeva gli interessati in un incontro con il dottor Enrico Raina, funzionario tecnico della Regione Piemonte, e un confronto con il sindaco di Carrega Ligure, Marco Guerrini.

Nello stesso anno in seno al Progetto Food For Forest promosso dalla Associazione Fondiaria CORNALIN – Coltivare Risorse Naturali Lavorando Insieme, alcune aziende agricole e municipalità piemontesi e monferrine e il DISAFA dell’Università degli Studi di Torino, con le risorse del Piano di Sviluppo Rurale 2014/20 della Regione Piemonte i comuni di Cella Monte, Sala Monferrato e Ottiglio hanno costituito ASFODELO – Associazione Fondiaria Difesa Ecologica Locale che recentemente – in collaborazione con l’EcoMuseo della Pietra da Cantoni e con il sostegno di Legambiente – ha organizzato un’iniziativa molto interessante.

 

“Tutti noi sappiamo cosa è un bosco … o almeno pensiamo di saperlo – spiega ASFODELO nella presentazione dell’iniziativa – Informazione e conoscenza però non sono sinonimi, per passare dalla prima alla seconda è necessario disporre di una base comune, un linguaggio condiviso”. L’associazione fondiaria infatti recupera terreni incolti nei pressi dei tre comuni che hanno partecipato alla sua fondazione e opera al fine di raggruppare terreni agricoli e boschivi, in attualità di gestione, incolti o abbandonati di cui è noto il proprietario o di cui non è noto mirando a valorizzare i terreni della zona, evitandone il progressivo abbandono e così proteggere e migliorare il territorio e l’ambiente. ASFODELO persegue questi obiettivi attuando molteplici interventi, in particolare la rimozione del legname morto per favorire l’accrescimento e il rinnovo di specie arboree di qualità e l’impiego del pascolo suino in bosco per praticare la pulizia del sottobosco e il contenimento delle specie infestanti con metodi ecologici e, contemporaneamente, incentivare la produzione di carni e salumi di qualità. Tutte queste opere interessano e coinvolgono molteplici soggetti, soprattutto tante persone differenti che risiedono nelle stesse località, perciò che sanno cosa fa ASFODELO ma senza averne corretta informazione e approfondita conoscenza non riuscirebbero a capire l’utilità dell’associazione fondiaria e delle sue attività.

Il nome dell’associazione richiama a quello della pianta erbacea molto diffusa nell’area mediterranea, una specie molto resistente alle avversità che nasce spontaneamente nei prati soleggiati, anche in alture con rocce affioranti, e prospera nei pascoli, soprattutto quelli sfruttati intensivamente perché le sue foglie si rigenerano in continuazione e siccome i caprini si cibano di quelle sia fresche che secche e anche dei frutti con le deiezioni ne cospargono i semi ancora attivi e contribuiscono alla sua ricrescita. Dei fiori di asfodelo – che sbocciano ai primi tepori primaverili – sono tanto “ghiotte” le api, che bottinando le loro corolle producono un miele pregiato, dal gusto molto delicato. Le foglie essiccate sono un mangime per animali domestici e la sua radice tuberosa è commestibile, può venire impiegata per ottenere alcol e anche una colla per sellai e legatori di libri. Con il suo stelo un tempo venivano fabbricati cesti artigianali molto pregiati, utilizzati per la panificazione e forniti alle spose nel corredo nuziale. Detto anche “giglio di campo”, secondo la mitologia greco-romana l’asfodelo sbocciava anche negli inferi, perciò era il fiore con cui i nostri antenati adornavano le tombe, secondo le leggende bibliche è nato dalle gocce di latte cadute dal seno di Eva dopo che venne cacciata dal paradiso e miracolosamente fiorito sul bastone di San Giuseppe quando per scegliere un marito per Maria i sacerdoti del tempio attendevano un segno divino.

La forza rigenerativa e i molteplici impieghi dell’asfodelo in passato erano qualità ammirate tanto che questa pianta aveva anche molti significati simbolici, oggi ancora molto attuali, infatti emblematici per l’associazione fondiaria monferrina che, rinnovando pratiche di agricoltura e cura dei boschi ormai da tempo desuete e che chi non ne conosce i benefici e non ne capisce i vantaggi considera anacronistiche, opera efficacemente per la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi del territorio applicando sistemi di gestione dei patrimoni pubblici e privati secondo i principi indicati nella Costituzione. Idee espresse anche nel sigillo della nazione con la raffigurazione dello “stellone” risorgimentale, di un ingranaggio simbolo del lavoro e dei ramoscelli di ulivo e quercia – simboli di pace e dignità – e messe in pratica da molte, di giorno in giorno sempre più numerose, imprese, aziende e istituzioni e persone che agiscono con questa logica, intervengono in questa prospettiva…  e, come ribadito nel 1977 da un estensore della Costituzione, sono i “veri” (seppur inconsapevoli) protagonisti della festa della Repubblica:

La Costituzione repubblicana, figlia precisamente del 2 giugno, aveva scritto nell’articolo primo che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro … all’art. 11 di ripudiare la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali … sarebbe più opportuno che lo si esaltasse almeno simbolicamente e a celebrare la vittoria civile del 2 giugno si chiamassero le forze disarmate del lavoro che sono per definizione forze di pace, forze di progresso, le forze su cui dovrà inevitabilmente fondarsi la ricostruzione di una società e di uno stato che la classe di governo, anche con la complicità di molti comandanti delle forze armate, ha gettato nel precipizio – Una festa senza trombe e uniformi

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