Giovedì 21 maggio alle h 16 sarà svolto online l’incontro pianificato nel programma di aprile 2020 di MONFERRATO GREEN FARM a proporre, per iniziativa del Comune di Casale Monferrato, la relazione del dottor Enrico Raina, funzionario tecnico della Regione Piemonte, e la testimonianza del sindaco del borgo alessandrino Carrega Ligure, l’architetto Marco Guerrini.

Nell’occasione, verrà illustrato il bando PSR 2014/2020 – Misura 221 – Contributo a fondo perduto per l’imboschimento dei terreni agricoli.

La forma giuridica delle associazioni fondiarie è stata introdotta nella legislazione piemontese (Legge regionale n° 21 / 2.XI.2016) con applicazione e adattamento del “modello” francese per merito del professor Andrea Cavallero, docente al Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Torino che di recente in una serie di webinar organizzati dall’UNCEM ne ha illustrato le caratteristiche e le funzionalità. Tra gli istituti similari antecedenti, quindi “antesignani” delle associazioni fondiarie si annoverano le storiche – millenarie – partecipanze agrarie, prevalentemente emiliane, venete e romane.  In Monferrato “spicca” la Partecipanza di Trino che dal 1275 possiede e gestisce il Bosco delle Sorti, ora anche una riserva naturale nel comprensorio di Aree Protette tutelate dall’ente Parco Fluviale del Po Alessandrino-Vercellese e la più antica “società” socio-sostenibile italiana aggregata nell’internazionale FSC – Forest Stewardship Council.

ASSOCIAZIONI FONDIARIE e PARTECIPANZEIL POPOLO DEL MONFERRATO

Al sistema associativo delle partecipanze si ispira la Cooperativa “Valle Grana” / C.I.P.A.M. fondata nel comune astigiano di Montemagno il 10 settembre 1960 da 13 agricoltori e 3 proprietari terrieri, tra i quali il parroco di Grana che, con approvazione della Diocesi di Casale Monferrato, dispose allo scopo dei campi di sua proprietà, e il padre del professor Giancarlo Durando, allievo del professor Cavallero e direttore scientifico di MONFERRATO GREEN FARM, correlatore della ricerca di Manuela Marangon che ne documenta la case-history. Lo studio inoltre compara la cooperativa monferrina con “esempi di riordino fondiario” in Sardegna, Emilia Romagna, Trentino e Friuli Venezia Giulia e ne analizza lo sviluppo contestualmente all’evoluzione della legislazione in materia di Europa, Italia e Piemonte. «Le Associazioni Fondiarie nascono con l’obiettivo di recuperare la produttività di proprietà fondiarie frammentate e terreni agricoli incolti o abbandonati attraverso la gestione associata, consentendo la valorizzazione del patrimonio, la tutela dell’ambiente e del paesaggio, la prevenzione dei rischi idrogeologici e degli incendi nonché l’applicazione delle misure di lotta agli organismi nocivi per i vegetali – spiega Giuliana Molineris della Direzione Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Montagna e Foreste della Regione Piemonte in QUADERNI DI AGRICOLTURA – Sono un importante esperimento di gestione comunitaria del territorio che non interferisce con il diritto di proprietà e ha molti effetti positivi: rivitalizza le attività agro-silvo-pastorali in modo intelligente e produttivo, garantisce la conservazione del paesaggio e incentiva turismo e produzioni locali».

 

Condividi