Il 15 MAGGIO ricorre l’anniversario della morte di Emily Elizabeth Dickinson, statunitense, nata nel 1830 e vissuta nel Massachusetts, ad Amherts, fino al 1886.
Una poetessa, tra le più amate nella sua epoca e tra le più celebri della letteratura di ogni tempo, Emily Dickinson era anche una collezionista di exsiccata e il suo erbario, la cui realizzazione si ritiene avvenuta tra il 1839 e il 1846, è conservato in una stanza appositamente allestita alla Biblioteca Houghton dell’Università di Harvard, arredata con lo scrittoio, la sedia e la libreria dell’autrice di molte liriche ispirate o dedicate alla natura, in particolare Nature, the gentlest mother, scritta nel 1849 e nel 1950 musicata dal compositore e direttore d’orchestra Aaron Copland (1900-1990), che l’ha eseguita insieme al soprano Martha Lipton (1913-2006).
Nature, the gentlest mother
Nature, the gentlest mother
Impatient of no child,
The feeblest or the waywardest,
Her admonition mild
In forest and the hill
By traveller is heard,
Restraining rampant squirrel
Or too impetuous bird.
How fair her conversation,
A summer afternoon,
Her household, her assembly;
And when the sun goes down
Her voice among the aisles
Incites the timid prayer
Of the minutest cricket,
The most unworthy flower.
When all the children sleep
She turns as long away
As will suffice to light her lamps;
Then, bending from the sky,
With infinite affection
And infiniter care,
Her golden finger on her lip,
Wills silence everywhere.
La natura è la madre più gentile, / impaziente con nessun bambino, / il più debole o il più indocile, / la sua ammonizione pacata – nella foresta e sulla collina / è udita dal viandante / mentre richiama uno scoiattolo spericolato / o un uccello troppo impetuoso – Come sono soavi la sua conversazione / un pomeriggio d’estate / la sua dimora, la sua accoglienza / e quando il sole va giù – la sua voce fra le navate / incita la preghiera timida / del grillo più minuto / o del fiore più modesto – Quando tutti i bambini dormono / si allontana quanto basta / per accendere le sue lampade / poi affacciandosi dal cielo – con immenso affetto / e cura più infinita / portando un dito d’oro alle labbra
impone silenzio, dappertutto. (traduzione di Massimo Bacigalupo)